Imola, 28 settembre 2025 – L’associazione politica Drin Drin, fondata dall’economista Michele Boldrin e dall’imprenditore Alberto Forchielli che diventerà partito in ottobre, annuncia 5 punti programmatici per rendere il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) effettivo e universale in Italia, in occasione della giornata internazionale per l’aborto libero e sicuro.
Secondo il Drin Drin, l’Italia deve:
- Dichiarare l’IGV come diritto fondamentale, seguendo l’esempio della Francia
- Eliminare il periodo di attesa obbligatorio di 7 giorni imposto alle donne tra la data di rilascio del certificato medico e l’effettivo intervento di IVG
- Estendere i limiti temporali per IVG farmacologica fino a 12 settimane, introducendo la telemedicina, come in altri Paesi europei
- Rafforzare il monitoraggio dei dati affinché Regioni e Aziende Sanitarie garantiscano la presenza di personale non obiettore in ogni ospedale o area territoriale, con mobilità, concorsi dedicati e misure strutturali
- Rendere vincolante l’obbligo del medico obiettore di indirizzare immediatamente la donna a un collega non obiettore, senza ritardi o ostacoli, attraverso elenchi regionali di medici non obiettori, consultabili e aggiornati
In Italia, nonostante la legge 194 del 1978, l’accesso all’IVG continua a essere ostacolato dall’altissima percentuale di obiettori di coscienza e da forti diseguaglianze territoriali, soprattutto tra Nord e Sud. “La salute sessuale e riproduttiva è parte integrante della salute pubblica – ha dichiarato Alberto Forchielli – non un favore concesso. L’autodeterminazione delle donne è un pilastro della democrazia e un diritto che lo Stato deve garantire senza ostacoli.”
La proposta del Drin Drin mira innanzitutto a riconoscere l’interruzione volontaria di gravidanza come un diritto fondamentale, pienamente tutelato dalla legge.
“Per troppo tempo l’interruzione volontaria di gravidanza è stata trattata come un
compromesso fragile” ha aggiunto Michele Boldrin. “Con questa proposta, il Drin Drin afferma
una scelta di civiltà: la libertà delle donne non è negoziabile e lo Stato deve esserne garante.”